Le associazioni di volontariato VAB Ravenna e Le Aquile Unità Cinofile da Soccorso ospitano Profughi presso la loro sede operativa.
Su richiesta delle Prefettura di Ravenna nell’ospitare un gruppo di profughi provenienti dall’Africa, Bologna Ignazio, presidente delle due associazioni di volontariato, ben consapevole del significato della parola “profugo”, non ci ha pensato due volte nel rispondere “ SI “.
In un’intervista rilasciata al nostro addetto stampa, domenica mattina ha riferito:
“Mi è stata richiesta dalla Prefettura di Ravenna la disponibilità di ospitare dieci profughi ed alla parola profughi non ho potuto dire di no. Anche se spesso, purtroppo, il cittadino comune vive nell’ignoranza o fa finta di non sapere, il profugo è una persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a guerre, a persecuzioni politiche o razziali e questo a mio parere al mondo d’oggi è inaccettabile. Comprendo benissimo l’intollerabilità del cittadino comune, ma non dobbiamo confondere il clandestino con il profugo, questo è sicuramente inconcepibile, noi siamo Volontari e vogliamo essere Volontari con la lettera “ V “ scritta in maiuscolo e, se veniamo chiamati a dimostrare la nostra solidarietà in qualsiasi campo, siamo pronti a dare il massimo ed è quello che fa ogni Volontario iscritto alle associazioni di cui io sono il presidente”.
Al presidente basta un sms di preavviso per far arrivare al campo un nutrito gruppo di volontari che prontamente si organizzano per andare a prelevare i profughi. E’ sabato 17 maggio 2014 ore 18.00, dopo le incombenze di rito – visite mediche, identificazione questura etc.. – giungono 10 giovani ragazzi – profughi – il loro sogno. Sono ragazzi, il più grandeavrà circa ventidue anni, spaesati, stanchi,affamati e alcuni di loro reticenti, ma con uno sguardo ed un sorriso che va oltre le incomprensioni della lingua parlata. Alcuni volontari hanno provveduto alla cena, altri alla distribuzione dei vestiti e degli asciugamani così che, i ragazzi dopo essersi fatti una doccia e dopo aver mangiato, avventurandosi in un italiano approssimato, ringraziano tutti e vanno a letto. Provengono dal Mali, Dall’ Africa,e parlano oltre alla lingua locale il francese.
E’ domenica mattina la maggior parte dei volontari fino al loro arrivo non sapeva neanche dove fosse il Mali, ma la curiosità è tanta e oggi è facile soddisfare le curiosità, basta andare su internet, scrivere Mali fare un click e il gioco è fatto. Appare l’intero mondo e colorato di rosso viene evidenziato il Mali, Nazione situata nell’Africa occidentale con circa quindici milioni di abitanti e con capitale Bamako. L’informazione che balza agli occhi però, è postata dal quotidiano online www.repubblica .it: “18 Maggio 2014, MALI Attacco Tuareg: 8 morti presi 30 ostaggi. Duri scontri nel nord del paese uccisi due civili e sei ufficiali maliani.” Notizia questa che ci rattrista e nello stesso tempo ci incuriosisce tanto che, approfondendo l’argomento, scopriamo che la messa in atto di un colpo di stato nel 2012 e per effetto della divisione del paese, dopo l’occupazione del nord da parte di gruppi islamici estremisti armati, la situazione umanitaria e sanitaria in Mali è divenuta drammatica.
Sicuramente questa è la causa della fuga dal loro paese di questi giovani speranzosi alla ricerca di un futuro migliore. Noi certamente questo non possiamo offrirglielo, è sicuramente competenza delle Istituzioni Internazionali europee, ma una cosa la possiamo fare dargli quell’affetto e calore umano cercando di riportare la loro vita alla normalità cosa che, certamente, un Volontario sa fare dopo aver vissuto forti esperienze come le calamità naturali che hanno colpito il nostro paese. Allora ci si rimbocca le maniche e in attesa che le autorità rilascino a questi giovani i permessi di soggiorno per “rifugiato politico”, Noi della Vab Ravenna e Le Aquile UCS siamo con loro. Parliamo di semplici Volontari che finito il turno di lavoro e le incombenze familiari, si ritrovano al campo base per cercare di familiarizzare con questi giovani per farli sentire a loro agio e tal volta tentar loro di strappar un sorriso.
Compito quest’ultimo che sembrerebbe arduo, vista la situazione che si sono lasciati alle spalle e i mille dubbi che attanagliano le loro menti. Ogni volontario cerca di immedesimarsi nella loro situazione, ma questo è molto difficile in quanto il solo pensiero di dover lasciare le proprie famiglie in balia di un futuro incerto in un paese oramai devastato dalla guerra rattristerebbe chiunque ma la loro forza e voglia di vivere va oltre tutto questo. Non si possono lasciare le proprie famiglie in balia di un futuro incerto in un paese oramai devastato dalla guerra rattristerebbe chiunque ma la loro forza e voglia di vivere va oltre tutto questo. Non si possono lasciare tutto il giorno senza far niente immersi nei loro pensieri e allora è qui che entra in gioco il Volontario dalle “mille risorse” che, oltre a rispolverare la lingua francese dalle rimembranze scolastiche, estrae dal cilindro un “pallone”, lingua universale in tutto il mondo, e da quel momento tutte le reticenze svaniscono.
I ragazzi, con timidezza e con una educazione esemplare, chiedono di poter giocare a calcio all’interno della nostra struttura. Richiesta naturalmente accolta visto che la nostra struttura si presta anche a questo. Da quel momento i pomeriggi trascorrono veloci mentre si è persi a correre dietro un pallone, con gioia e spensieratezza, anche se alcuni di loro saggiano il prato a piedi nudi per preservare l’unico paio di scarpe con le quali hanno deciso di affrontare questo lungo cammino che, certamente, non terminerà nella nostra struttura.
“Una nuova vita, un nuovo Stato, un’altra terra, una cultura estranea, un mondo ignoto, un’altra lingua e tanta voglia di tornare a quelle radici da cui forzatamente e necessariamente mi sono dovuto allontanare”. Forse questi o tanti altri pensieri affollano la mente di questi ragazzi. E’ difficile ricostruire quell’emozioni che mai si sono provate, difficile immaginare di essere un “profugo”. Forse disagio. Disagio e nient’altro, in un paese che ti ospita e nel quale non riesci a comunicare e, per non cadere nella solitudine, tiri fuori la forza ed il coraggio mettendo da parte la timidezza, indicando un oggetto e chiedendo qual è il suo nome.
Il Volontariato è sempre una testimonianza di solidarietà umana, è l’espressione della volontà di una o più persone a rendersi disponibili per aiutare chi è in difficoltà. E allora? Riprendendo un famoso spot pubblicitario dove veniva pronunciata la frase proverbiale “Basta poco che ce vò”, alcuni volontari iniziano a scrivere su di una lavagna le lettere dell’alfabeto che compongono la parola dell’oggetto indicato. Quest’ azione provoca un’impensabile reazione che lascia tutti a bocca aperta. I dieci ragazzi accorrono con block notes e penne ed iniziano a prendere appunti. E da qui che tutte le sere, dopo cena, i ragazzi si radunano nella mensa con gli appunti presi e con quel loro sguardo intenso e profondo attendono speranzosi un Volontario che possa dargli lezioni di lingua italiana. Noi con questo articolo non vogliamo esaltare le doti dei nostri Volontari, vorremmo solo esprimere il nostro pensiero, sperando che l’esodo dei profughi non venga più politicizzato, perché dietro ognuno di loro c’è una storia, una nazione, un paese e una cultura, anche se tutto questo a qualcuno può suonare strano. Probabilmente quel “qualcuno” un giorno riuscirà a spogliarsi da quei pregiudizi e a rendersi conto che questi ragazzi sono esseri umani proprio come noi.
E’ in uscita il primo manuale per l’addestramento del proprio cane e delle Unità Cinofile. Prima fatica dell’Istruttore U.C.S. Ignazio BOLOGNA. Questo manuale vuole solo essere un supporto e un aiuto per la gestione del proprio cane.
L’Associazione Psicologi per i popoli Emilia Romagna ha organizzato un seminario ” Trauma e resilienza ” nel post terremoto dell’Emilia Romagna e proezione di un video, che verrà condotto dalla dottoressa Claudia Filipetta , SABATO 17 MAGGIO 2014 , in via dello scalo 3/2 bologna
Una circolare ministeriale scarsamente applicata di Guido Neri
“In proposito, viene precisato che l’impresa di assicurazione è tenuta ad avvisare il contraente della scadenza del contratto con preavviso di almeno 30 giorni e nel contempo mantenere comunque operante la garanzia prestata con il precedente contratto assicurativo fino all’effetto della nuova polizza ovvero fino al quindicesimo giorno successivo alla scadenza del contratto stesso.Poichè la normativa prevede espressamente l’estensione della copertura assicurativa alla scadenza annuale per un limitato periodo di quindici giorni dalla scadenza, l’assicurato, in attesa di sottoscrivere altro contratto in tempo utile, durante tale periodo può continuare ad esibire il certificato ed il contrassegno scaduti.
Pertanto, mentre la precedente condizione imponeva di verificare la continuità tra la validità di una polizza e la successiva consentendo all’operatore di polizia, nei casi di mancata copertura assicurativa, di orientare l’accertamento dell’illecito anche sull’applicazione dell’art. 193 del C.d.S. solo se vi era stata disdetta del contratto o comunque mancanza di proroga automatica della polizza, la nuova previsione normativa estende a tutti il beneficio della copertura assiucurativa nel predetto periodo di quindici giorni rendendo di fatto ininfluente tale ulteriore controllo.
Alla luce di quanto esposto, si ritiene non più sanzionabile ai sensi degli articoli 180 e 181 del C.D.S. la circolazione del veicolo con il certificato e il contrassegno assicurativi scaduti, atteso che, la garanzia assicurativa prestata con il precedente contratto è estesa in ogni caso, non oltre il quindicesimo giorno dalla data di scadenza dello stesso. **** Le Prefetture – Uffici Territoriali del Governo, che leggono per conoscenza, sono pregate di voler estendere il contenuto della presente ai Corpi o servizi di Polizia Minicipale e Provinciale”.
La circolareè stata diramata da un anno e mezzo a tutte le forze di Polizia. Ancora oggi un automobilista è stato minacciato di multa per la mancata esposizione del contrassegno di assicurazione, scaduta da meno di quindici giorni. La circolare invece ordina a Vigili Urbani, Carabinieri, Polstrada e Guardia di Finanza di non elevare queste ammende, in quanto tutte le polizze di assicurazione hanno la proroga della garanzia per i quindici giorni successivi alla scadenza, anche se l’automobilista non intende rinnovare la polizza con la medesima Compagnia.
V.A.B. Il Campo Scuola di Protezione Civile ottiene grandi risultati con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, provincia di Ravenna e Unione dei Comuni della bassa romagna.
“ V.A.B. per i Giovani ” è il nome del progetto che si è svolto a Lugo (RA) il 9-10 e 11 Maggio con una collaborazione virtuosa tra volontariato e istituzioni, che ha visto per la prima volta nella nostra regione la sperimentazione di una gestione, per tre giorni, di un campo di prima accoglienza da parte degli studenti delle scuole secondarie degli istituti scolastici superiori. Al progetto presentato ad alcune scuole della nostra provincia, hanno aderito gli istituti Ernesta Stoppa – Giuseppe Compagnoni di Lugo (RA) e l’istituto Alberghiero di Riolo Terme (RA) Pellegrino Artusi.
Sono statitre giorni molto intensi in cui i Volontari attivi nella prevenzione/gestione degli eventi catastrofici e le Istituzioni – Psicologi per i popoli dell’Emilia Romagna, Croce Rossa Italiana, Cosimo Golizia disaster manager, Francesco Massimi funzionario della regione Emilia Romagna, Le Aquile Unità Cinofile da Soccorso Ravennate, Associazione Protezione Civile di Bentivoglio, e le sezioni della FederVAB Emilia Romagna di Ravenna, Ferrara, Reggio Emilia, Rimini e Parma, nonché i docenti degli Istituti scolastici partecipanti – hanno operato in sinergia per diffondere la cultura della Protezione Civile nel mondo dei giovani, un concetto, quello della sinergia operativa che è stato più volte ribadito nel corso degli argomenti trattati nella tre giorni. Il Campo scuola è stato soprattutto un’occasione per sperimentare le situazioni d’emergenza, il tutto è iniziato venerdì mattina alle 08.45 con l’allarme per l’evacuazione delle scuole, e le classi di 3^ e 4^ che hanno aderito al progetto sono state accompagnate in pullman nella sede operativa dei VAB sezione di Ravenna – ideatrice dell’evento. Ad attendere i ragazzi presso la segreteria operativa c’era il Vicepresidente della FederVab Regione Emilia Romagna Valentina Bologna, che dopo il benvenuto, assieme ai volontari preposti, ha provveduto alla registrazione dei ragazzi presso la segreteria, alla suddivisione in otto gruppi e alla spiegazione dei compiti loro assegnati.
Per l’intera giornata i ragazzi coadiuvati da esperti volontari hanno allestito una vera e propria tendopoli: gli studenti dell’alberghiero sono stati impegnati nella preparazione del pranzo e sala mensa; gli elettricisti dell’IPSIA sono stati impegnati nei collegamenti degli impianti elettrici dei container adibiti a bagni/docce, e all’illuminazione delle tende, mentre il restanti dei ragazzi si è dedicato al montaggio di dodici tende modello P.I. 88.
La giornata del venerdì che si è conclusa alle ore 17.00, ha permesso ai ragazzi di essere protagonisti nel montaggio e approntamento di un campo di accoglienza, permettendo così il pernottamento ad oltre cento persone, mentre i cuochi, coadiuvati dallo staff cucina dei volontari, sono riusciti a far mangiare sia a pranzo che a cena centocinquanta persone tra studenti, volontari e docenti.
Lo spirito e l’impegno messo in atto dai ragazzi nei loro ruoli affidati e portati al termine con lodevole successo nella giornata del venerdì, si può concludere con una frase espressa dalla professoressa Paola Longanesi, docente di Diritto dell’Istituto Stoppa, – che ha presidiato l’intera giornata – : ”sono estasiata”.
Alle ore 23.00 i ragazzi oramai sfiniti dalla stanchezza, si ritirano nelle loro tende per cercare di ricaricare le batterie per affrontare la sveglia dell’indomani delle ore 07.00. La notte è lunga… la simpatia dei ragazzi e il loro affetto dimostrato nell’arco della giornata nei confronti degli operatori, a fatto si che un gruppo di burloni volontari – che non guastano mai in un vero e proprio campo di accoglienza – abbiano ideato e messo in atto uno scherzetto notturno. Ore 01.30 con la sola complicità della luna, riescono a sistemare un manichino, recuperato dal magazzino del campo, e appoggiandolo alla finestra di una tenda lo posizionano con la testa rivolta all’interno. Passano pochi minuti e il “guardone” viene scoperto… dalla tenda si sentono delle urla, i ragazzi si svegliano e dalle altre tende corrono in soccorso, da li un boato di risate che sveglia tutto il campo e i Volontari della VAB danno la buona notte agli studenti.
Sirena del campo, ore 07.00 non è il proseguo dello scherzo, ma bensì la sveglia mattutina del sabato. Gli studenti si preparano alla giornata facendo una ricca colazione, latte, the, fette biscottate, biscotti, marmellate e squisite torte preparate dai loro compagni dell’alberghiero la sera prima.
Inizia la giornata formata da sette step dalla durata di 55 minuti, e i ragazzi sempre suddivisi a squadre, iniziano il loro cammino all’interno della Protezione Civile.
– Il primo step tenuto dagli Istruttori dell’associazione Le Aquile Unità Cinofile da Soccorso, ha affrontato lo scenario del crollo di una palazzina, – pressoilcampo macerie regionale ivi esistente – la ricognizione dell’area con il drone, lasimulazione di ricerca con i cani di persona rimasta travolta da macerie, e l’utilizzo del geofono;
– Il secondo step tenuto da Volontari esperti brevettati nell’avvistamento e spegnimento incendi boschivi, nonché da istruttori Uisp che hanno affrontato la tematica dell’utilizzo – guida sicura – con i mezzi 4×4 in dotazione;
– Il terzo step tenuto da Volontari esperti brevettati sul rischio idrogeologico, ha trattato l’argomento del pattugliamento dei fiumi, coronelle, telonatura dell’argine ed eventuali rischi;
– Il quarto step tenuto da Volontari esperti nella materia ha trattato la gestione di una segreteria d’emergenza e le comunicazioni radio all’interno di un campo d’accoglienza;
– Il quinto step tenuto nella mattinata da Cosimo Golizia disaster manager e nel pomeriggio proseguito da Francesco Massimi funzionario della regione Emilia Romagna, ha trattato la materia normativa della Protezione Civile, organigramma d’emergenza e piramide di attivazione;
– Il sesto step tenuto da medici e infermieri della Croce Rossa Italiana di Faenza, ha trattato le nozioni di primo soccorso;
– Il settimo step tenuto dagli Psicologi per i popoli dell’Emilia Romagna, ha trattato la psicologia in emergenza, e le problematiche della popolazione.
L’attenzione e l’interessamento degli studenti mostrato nelle ore di didattica e pratica, anche se molto impegnative, sono state commentate dal professore dell’istituto alberghiero Conti Pier Luigi, – presente all’evento con queste parole – sono orgoglioso di questi ragazzi -.
La giornata del sabato appena conclusa con il plauso di tutti i partecipanti ha sciolto ogni dubbio e perplessità di alcuni volontari, preoccupati inizialmente nella riuscita dell’evento anche se programmato in modo minuzioso, il merito va in gran parte attribuito ai giovani studenti, che in modo univoco, dagli addetti ai lavori, sono stati visti, attenti, partecipi, curiosi, simpatici ed educati, doti queste non comuni nei giovani d’oggi. La serata si è conclusa con un’ottima cena, – sempre preparata dai cuochi dell’alberghiero – il festeggiamento di un compleanno di una volontaria e del buon sano karaoke che ha divertito tutti.
La domenica mattina gli studenti hanno provveduto allo smantellamento della tendopoli, tranne per le classi dell’Istituto Stoppa con indirizzo socio sanitario, le quali hanno assistito a due ore di lezione tenute dalla dottoressa Biondi Marzia dell’associazione psicologi per i popoli, che ha concluso con una interessante e divertente dimostrazione pratica di clawnterapia.
Alle ore 14.00 dopo il pranzo si è conclusa la tre giorni, con la consegna degli attestati di partecipazione, il saluto e i ringraziamenti a tutti i partecipanti da parte del Vicepresidente della FederVab Emilia Romagna Valentina Bologna, che ha dichiarato:
“L’apporto del Volontariato in un campo delicato come quello della Protezione Civile è di primaria importanza al giorno d’oggi.Il Campo Scuola come abbiamo dimostrato in questa tre giorni, potrebbe diventare negli anni un appuntamento rilevante in cui le nuove generazioni possono trovare modelli virtuosi di servizio alla cittadinanza e ideali a cui ispirarsi per il futuro. I Volontari, specialmente quelli della VAB, che personalmente conosco molto bene, sono persone che, a titolo gratuito, mettono a disposizione la loro opera per svolgere attività di conservazione del territorio e tutela per la cittadinanza mettendo, talvolta, a rischio la propria incolumità, ma svolgendo il proprio lavoro con passione e scrupolosa dedizione. Questa voglia e quest’impegno denotano un attaccamento per l’ambiente e un’attenzione per il prossimo che costituisce un esempio di come ognuno di noi sia chiamato a dare il proprio contributo. Questo progetto era nato con la speranza di creare per un domani cittadini consapevoli e magari futuri volontari in grado di fornire un proprio contributo in situazioni d’emergenza, questa mattina vedere la fila degli studenti davanti alla segreteria per chiedere il modulo di iscrizione, ci ha emozionato e riempito il cuore di gioia, e con questo posso solamente dire forza ragazzi siete il nostro futuro.”
L’evento ha coinvolto oltre 80 studenti e circa 70 Volontari. Mauro T.
L’Associazione Le aquile Unità Cinofile da Soccorso Ravennate il 10 Maggio ha raggiunto un altro traguardo. Infatti presso la struttura della Protezione Civile, Tenuta di Montebello di Modigliana, si sono svolti gli esami Regionali di Ricerca Persone disperse in Superfice.
Cinque erano le Unità Cinofile Presentate e pronte per sostenere gli esami e alla fine delle prove tutte Le Unità Sono state Abilitate alla Ricerca di Persone Disperse.
Allo stato attuale in tutto le Unità Cinofile abilitate delle aquile U.C.S.R. sono 18 Abilitati alla ricerca dispersi in superfice e 16 Abilitati nella ricerca di persone travolte da macerie
Unità Cinofile da Soccorso Abilitate
CIZKOVA Jana con Leo – DE PAOLI Claudia con Drago – DELLINO Lara con Maya – GUERRA Andrea con Rio – MARZANTINI Fabrizio con Peggy .-
Il presidente nonché Istruttore dell’Associazione ringrazia i volontari per l’impegno e la passione che accomuna tutti i volontari in questo percorso formativo.-
A distanza da due anni dal sisma in Emilia, l’Associazione di Psicologi per i Popoli Emilia-Romagna, con sede a Bologna, partecipa ad un interessante evento organizzata dalla Vab (Unità di Protezione Civile di Lugo) in collaborazione con gli istituti tecnici alberghieri e industriali del territorio romagnolo, con l’ausilio di FEDERVAB Emilia-Romagna e con la collaborazione di Croce Rossa Italiana, Associazione Protezione Civile di Bentivoglio, Le Aquile Unità di Cinofile da Soccorso Ravennate, sezioni VAB di Ravenna, Ferrara, Reggio Emilia, Rimini e Parma.
L’iniziativa è costituita dall’allestimento di un campo scuola programmato per il prossimo fine settimana (9, 10, 11 Maggio). Saranno presenti ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Stoppa “ di Lugo e l’Istituto Sociosanitario, che con la guida di personale esperto, gestiranno loro stessi una tendopoli di Protezione Civile e seguiranno alcuni incontri dove verranno affrontate diverse tematiche relative all’emergenze tra cui cucina da campo, rischio idraulico, strutture operative e metodo Protezione Civile, primo soccorso e psicologia dell’emergenza.
Lo scopo dell’evento è quello di far conoscere ai giovani il mondo del volontariato e farli diventare protagonisti nella simulazione di un’emergenza come può essere quella di un evento sismico a seguito del quale occorre istituire una tendopoli per l’accoglienza degli sfollati.
L’idea si è rafforzata durante l’emergenza “Sisma Emilia 2012” quando i volontari hanno collaborato con i ragazzi di Finale Emilia; giovani volenterosi che ora sono diventati membri della Protezione Civile, che si sono impegnati a favore della propria popolazione in un momento tanto delicato e difficile; giovani che si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato ogni giornofianco a fianco dei volontari.
Tale iniziativa si colloca all’interno delle azioni mirate alla prevenzione del rischio psicosociale nei giovani. Esso è oggi uno dei temi più dibattuti e che più coinvolge i genitori, i docenti e tutti gli adulti che hanno un qualche ruolo di responsabilità e di educazione dei ragazzi.
Prevenire perché? Lo sviluppo verso l’età adulta è dunque il risultato di uno sviluppo armonico nell’area sociale, emotiva e comportamentale. Incrementare la promozione dello sviluppo positivo dei giovani, sostenendo modelli di “healthy development” è il volano sia per la promozione del benessere che per la prevenzione del disagio. Creare e mettere in rete programmi a sostegno del benessere psicologico dei giovani significa accrescere e incoraggiare la loro autonomia e l’assunzione di responsabilità e rafforzarne specifiche capacità individuali e sociali al fine di sviluppare e potenziare le abilità di vita o “Life Skills”.
La famiglia, la scuola e la comunità sono sistemi che possono influenzare le situazioni problematiche dei giovani come l’abuso di alcol, tabacco ed altre droghe, la violenza e la delinquenza o la salute mentale. Implementare programmi di coinvolgimento di ampie popolazioni giovanili significa prevenire il disagio e promuovere il loro benessere e la loro salute.
Il progetto di formazione e sperimentazione del campo scuola organizzato della Vab ha proprio come obiettivo quello di educare gli studenti ad essere responsabili, consapevoli dei rischi, in grado di riconoscere e gestire le loro emozioni, competenti e capaci di prendere decisioni responsabili ed affrontare in modo efficace le relazioni interpersonali ed infine di essere cittadini partecipi.
Dott.ssa Raffaela Paladini –Presidente Associazione Psicologi per i Popoli ER
L’associazione VAB sezione Ravenna, gruppo di volontariato istituito nel 2000 facente parte della FederVab Regione Emilia Romagna e aderente al Coordinamento di Protezione Civile di Ravenna, ha organizzato un progetto scuole denominato “VAB per i giovani” che si terrà presso la sede di Lugo (RA) via Bonsi 47 nei giorni 9, 10 e 11 maggio 2014.
Il progetto nasce qualche settimana prima del terremoto che ha colpito la nostra regione, e naturalmente con l’emergenza venne accantonato.I giorni passati con i ragazzi dell’Emilia durante l’emergenza, ci ha lasciato impresso nelle nostre menti la loro voglia e frenesia di prestare aiuto alla loro comunità in un momento così difficile, tanto chè, ci ha convinti sempre più che quel progetto “accantonato” doveva essere portato avanti, e così è stato.
A distanza di due anni dal grave sisma, con il patrocinio della regione Emilia Romagna, Provincia di Ravenna e unione dei Comuni della bassa Romagna, ed in collaborazione con la FederVab regionale, la VAB sezione Ravenna a proprie spese, ha organizzato, in collaborazione con gli istituti scolastici superiori Ernesta Stoppa – Giuseppe Compagnoni di Lugo (RA) e l’ istituto Alberghiero di Riolo Terme (RA) P. Artusi, una “tre giorni” che prevede il soggiorno presso il nostro campo dei relativi studenti e docenti.
Il progetto articolato in più fasi e step, partirà il giorno venerdì 9 maggio con il piano evacuazione scuole. I circa 80 studenti verranno accompagnati presso la nostra sede, suddivisi in squadre e affiancati da esperti volontari. Dopo la consueta registrazione presso la nostra segreteria verrà affidato ad ognuno di loro un compito, dall’allestimento del “campo di accoglienza”, che prevede il montaggio tende, impianti elettrici/idraulici nonché la preparazione del vitto e la distribuzione. Il sabato i ragazzi verranno suddivisi in gruppi, e per tutto il giorno, a rotazione, si alterneranno in ore di didattica e pratica, dove verrà spiegato ampiamente il sistema della Protezione Civile. Il programma prevede le materie: Psicologia dell’emergenza; Segreteria; Cucina da campo; il soccorso con i cani; Antincendio; Rischio idraulico; Strutture operative e metodo della Protezione Civile; Sala Radio e Primo soccorso.
All’evento parteciperanno: Psicologi per i popoli dell’Emilia Romagna, Croce Rossa Italiana, Associazione Protezione Civile di Bentivoglio, Mimmo Golizia disaster manager, Le Aquile Unità Cinofile da Soccorso, e le sezioni VAB di Ravenna, Ferrara, Reggio Emilia, Rimini, Parma.
Questo progetto vuole avere la finalità di creare per un domani cittadini consapevoli e magari futuri volontari in grado di fornire un proprio contributo in situazioni d’emergenza, mentre la nostra speranza è che questo progetto alla fine dei tre giorni, sia l’inizio di un percorso che si possa riproporre in altre Provincie o addirittura Regioni, con lo scopo di poter continuare a rappresentare un valido supporto per l’intera organizzazione di protezione civile provinciale, regionale e nazionale.
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Mag 23 2014
Profughi a Ravenna
Le associazioni di volontariato VAB Ravenna e Le Aquile Unità Cinofile da Soccorso ospitano Profughi presso la loro sede operativa.
Su richiesta delle Prefettura di Ravenna nell’ospitare un gruppo di profughi provenienti dall’Africa, Bologna Ignazio, presidente delle due associazioni di volontariato, ben consapevole del significato della parola “profugo”, non ci ha pensato due volte nel rispondere “ SI “.
In un’intervista rilasciata al nostro addetto stampa, domenica mattina ha riferito:
“Mi è stata richiesta dalla Prefettura di Ravenna la disponibilità di ospitare dieci profughi ed alla parola profughi non ho potuto dire di no. Anche se spesso, purtroppo, il cittadino comune vive nell’ignoranza o fa finta di non sapere, il profugo è una persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a guerre, a persecuzioni politiche o razziali e questo a mio parere al mondo d’oggi è inaccettabile. Comprendo benissimo l’intollerabilità del cittadino comune, ma non dobbiamo confondere il clandestino con il profugo, questo è sicuramente inconcepibile, noi siamo Volontari e vogliamo essere Volontari con la lettera “ V “ scritta in maiuscolo e, se veniamo chiamati a dimostrare la nostra solidarietà in qualsiasi campo, siamo pronti a dare il massimo ed è quello che fa ogni Volontario iscritto alle associazioni di cui io sono il presidente”.
Al presidente basta un sms di preavviso per far arrivare al campo un nutrito gruppo di volontari che prontamente si organizzano per andare a prelevare i profughi. E’ sabato 17 maggio 2014 ore 18.00, dopo le incombenze di rito – visite mediche, identificazione questura etc.. – giungono 10 giovani ragazzi – profughi – il loro sogno. Sono ragazzi, il più grandeavrà circa ventidue anni, spaesati, stanchi,affamati e alcuni di loro reticenti, ma con uno sguardo ed un sorriso che va oltre le incomprensioni della lingua parlata. Alcuni volontari hanno provveduto alla cena, altri alla distribuzione dei vestiti e degli asciugamani così che, i ragazzi dopo essersi fatti una doccia e dopo aver mangiato, avventurandosi in un italiano approssimato, ringraziano tutti e vanno a letto. Provengono dal Mali, Dall’ Africa,e parlano oltre alla lingua locale il francese.
E’ domenica mattina la maggior parte dei volontari fino al loro arrivo non sapeva neanche dove fosse il Mali, ma la curiosità è tanta e oggi è facile soddisfare le curiosità, basta andare su internet, scrivere Mali fare un click e il gioco è fatto. Appare l’intero mondo e colorato di rosso viene evidenziato il Mali, Nazione situata nell’Africa occidentale con circa quindici milioni di abitanti e con capitale Bamako. L’informazione che balza agli occhi però, è postata dal quotidiano online www.repubblica .it: “18 Maggio 2014, MALI Attacco Tuareg: 8 morti presi 30 ostaggi. Duri scontri nel nord del paese uccisi due civili e sei ufficiali maliani.” Notizia questa che ci rattrista e nello stesso tempo ci incuriosisce tanto che, approfondendo l’argomento, scopriamo che la messa in atto di un colpo di stato nel 2012 e per effetto della divisione del paese, dopo l’occupazione del nord da parte di gruppi islamici estremisti armati, la situazione umanitaria e sanitaria in Mali è divenuta drammatica.
Sicuramente questa è la causa della fuga dal loro paese di questi giovani speranzosi alla ricerca di un futuro migliore. Noi certamente questo non possiamo offrirglielo, è sicuramente competenza delle Istituzioni Internazionali europee, ma una cosa la possiamo fare dargli quell’affetto e calore umano cercando di riportare la loro vita alla normalità cosa che, certamente, un Volontario sa fare dopo aver vissuto forti esperienze come le calamità naturali che hanno colpito il nostro paese. Allora ci si rimbocca le maniche e in attesa che le autorità rilascino a questi giovani i permessi di soggiorno per “rifugiato politico”, Noi della Vab Ravenna e Le Aquile UCS siamo con loro. Parliamo di semplici Volontari che finito il turno di lavoro e le incombenze familiari, si ritrovano al campo base per cercare di familiarizzare con questi giovani per farli sentire a loro agio e tal volta tentar loro di strappar un sorriso.
Compito quest’ultimo che sembrerebbe arduo, vista la situazione che si sono lasciati alle spalle e i mille dubbi che attanagliano le loro menti. Ogni volontario cerca di immedesimarsi nella loro situazione, ma questo è molto difficile in quanto il solo pensiero di dover lasciare le proprie famiglie in balia di un futuro incerto in un paese oramai devastato dalla guerra rattristerebbe chiunque ma la loro forza e voglia di vivere va oltre tutto questo. Non si possono lasciare le proprie famiglie in balia di un futuro incerto in un paese oramai devastato dalla guerra rattristerebbe chiunque ma la loro forza e voglia di vivere va oltre tutto questo. Non si possono lasciare tutto il giorno senza far niente immersi nei loro pensieri e allora è qui che entra in gioco il Volontario dalle “mille risorse” che, oltre a rispolverare la lingua francese dalle rimembranze scolastiche, estrae dal cilindro un “pallone”, lingua universale in tutto il mondo, e da quel momento tutte le reticenze svaniscono.
I ragazzi, con timidezza e con una educazione esemplare, chiedono di poter giocare a calcio all’interno della nostra struttura. Richiesta naturalmente accolta visto che la nostra struttura si presta anche a questo. Da quel momento i pomeriggi trascorrono veloci mentre si è persi a correre dietro un pallone, con gioia e spensieratezza, anche se alcuni di loro saggiano il prato a piedi nudi per preservare l’unico paio di scarpe con le quali hanno deciso di affrontare questo lungo cammino che, certamente, non terminerà nella nostra struttura.
“Una nuova vita, un nuovo Stato, un’altra terra, una cultura estranea, un mondo ignoto, un’altra lingua e tanta voglia di tornare a quelle radici da cui forzatamente e necessariamente mi sono dovuto allontanare”. Forse questi o tanti altri pensieri affollano la mente di questi ragazzi. E’ difficile ricostruire quell’emozioni che mai si sono provate, difficile immaginare di essere un “profugo”. Forse disagio. Disagio e nient’altro, in un paese che ti ospita e nel quale non riesci a comunicare e, per non cadere nella solitudine, tiri fuori la forza ed il coraggio mettendo da parte la timidezza, indicando un oggetto e chiedendo qual è il suo nome.
Il Volontariato è sempre una testimonianza di solidarietà umana, è l’espressione della volontà di una o più persone a rendersi disponibili per aiutare chi è in difficoltà. E allora? Riprendendo un famoso spot pubblicitario dove veniva pronunciata la frase proverbiale “Basta poco che ce vò”, alcuni volontari iniziano a scrivere su di una lavagna le lettere dell’alfabeto che compongono la parola dell’oggetto indicato. Quest’ azione provoca un’impensabile reazione che lascia tutti a bocca aperta. I dieci ragazzi accorrono con block notes e penne ed iniziano a prendere appunti. E da qui che tutte le sere, dopo cena, i ragazzi si radunano nella mensa con gli appunti presi e con quel loro sguardo intenso e profondo attendono speranzosi un Volontario che possa dargli lezioni di lingua italiana. Noi con questo articolo non vogliamo esaltare le doti dei nostri Volontari, vorremmo solo esprimere il nostro pensiero, sperando che l’esodo dei profughi non venga più politicizzato, perché dietro ognuno di loro c’è una storia, una nazione, un paese e una cultura, anche se tutto questo a qualcuno può suonare strano. Probabilmente quel “qualcuno” un giorno riuscirà a spogliarsi da quei pregiudizi e a rendersi conto che questi ragazzi sono esseri umani proprio come noi.
Mauro T.
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