10 Nov 2021
«Hanno distrutto tutto ciò che non sono riusciti a portare via. Ma la cosa più grave e importante è che hanno rubato le nostre divise. Non è la prima volta, siamo esausti e senza nessun aiuto». L’appello, con le lacrime agli occhi e il nodo in gola, arriva da Liana Badiali, presidente dell’associazione EcB (Emergenza calamità Bevagna) Odv.
Una nuova sede per l’associazione
Prima di arrivare a raccontare del furto subito nella notte tra martedì e mercoledì, Liana spiega che «la EcB è un’associazione privata di Protezione civile che opera in supporto al Comune di Bevagna, attiva da 27 anni. Da un paio d’anni, poco prima dell’inizio della pandemia, il Comune ci ha messo a disposizione, in comodato d’uso per 10 anni, due casette che erano ridotte in condizioni pessime. In questi due anni, piano piano e con le sole nostre forze morali, fisiche ed economiche, ce le siamo completamente ristrutturate sia fuori che dentro, investendo circa 10 mila euro. L’obiettivo era quello di ricavare una nuova sede per la nostra associazione di volontari».
I primi furti
In questi due anni, però, «per noi non c’è mai stata pace. Poco dopo aver finito di sistemare la prima casetta sono iniziati i tentativi di furto al suo interno. Le prime due volte sono andati più o meno a vuoto dato che all’interno non c’era ancora nulla, se non qualche attrezzo da lavoro. Durante la terza, qualche mese fa, invece, hanno portato via un bel po’ di materiale come computer, radio, baracchini. Un grave danno economico insomma per noi, oltre che morale visto che si trattava della terza volta in pochi mesi e che stavamo faticosamente cercando di finire di sistemare la seconda casetta».
Il quarto atto
Il quarto colpo, per Liana e i suoi compagni volontari, è stato quello più pesante. «Finalmente stavamo per vedere finito tutto il nostro lavoro e i nostri sacrifici anche nella seconda casetta, quando nella notte tra martedì e mercoledì delle gran ‘brave persone’ sono tornate a farci visita. Hanno distrutto e vandalizzato tutto ciò che non sono riusciti a portare via o era per loro di poca importanza. Hanno rubato il boiler dell’acqua facendo allagate tutto il magazzino. Nella sede hanno distrutto il portone con serratura blindata, spaccato i vetri delle finestre che hanno le grate, portato via attrezzi e molto altro materiale. Ma la cosa più grave è che hanno rubato le nostre divise».
Attenzione alle divise
Liana e i volontari sono «sfiniti, sfiancati, esasperati. Questo ennesimo vile atto non ci voleva, un’altra grande botta al nostro gruppo che era già in difficoltà dopo i furti precedenti. Se questo significa metterci alla prova ok, ci siamo, ma non è facile vedere questa distruzione dopo tutti i sacrifici fatti. La nostra più grande paura è che queste persone possano andare in giro con le nostre divise: per questo raccomandiamo a tutti i cittadini di non aprire la porta e non dare nulla a chi si presenta vestito da Protezione civile. Noi volontari dell’EcB siamo ormai conosciuti in città e abbiamo anche dei tesserini per farci riconoscere. Non fidatevi di nessun altro».
Fonte UMBRIAON
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Nov 10 2021
Bevagna: assaltano, devastano e rubano nella sede della EcB. «Sparite le divise»La presidente dell’associazione di Protezione civile, Liana Badiali: «Temiamo che i ladri possano usarle per compiere truffe»
10 Nov 2021
«Hanno distrutto tutto ciò che non sono riusciti a portare via. Ma la cosa più grave e importante è che hanno rubato le nostre divise. Non è la prima volta, siamo esausti e senza nessun aiuto». L’appello, con le lacrime agli occhi e il nodo in gola, arriva da Liana Badiali, presidente dell’associazione EcB (Emergenza calamità Bevagna) Odv.
Una nuova sede per l’associazione
Prima di arrivare a raccontare del furto subito nella notte tra martedì e mercoledì, Liana spiega che «la EcB è un’associazione privata di Protezione civile che opera in supporto al Comune di Bevagna, attiva da 27 anni. Da un paio d’anni, poco prima dell’inizio della pandemia, il Comune ci ha messo a disposizione, in comodato d’uso per 10 anni, due casette che erano ridotte in condizioni pessime. In questi due anni, piano piano e con le sole nostre forze morali, fisiche ed economiche, ce le siamo completamente ristrutturate sia fuori che dentro, investendo circa 10 mila euro. L’obiettivo era quello di ricavare una nuova sede per la nostra associazione di volontari».
I primi furti
In questi due anni, però, «per noi non c’è mai stata pace. Poco dopo aver finito di sistemare la prima casetta sono iniziati i tentativi di furto al suo interno. Le prime due volte sono andati più o meno a vuoto dato che all’interno non c’era ancora nulla, se non qualche attrezzo da lavoro. Durante la terza, qualche mese fa, invece, hanno portato via un bel po’ di materiale come computer, radio, baracchini. Un grave danno economico insomma per noi, oltre che morale visto che si trattava della terza volta in pochi mesi e che stavamo faticosamente cercando di finire di sistemare la seconda casetta».
Il quarto atto
Il quarto colpo, per Liana e i suoi compagni volontari, è stato quello più pesante. «Finalmente stavamo per vedere finito tutto il nostro lavoro e i nostri sacrifici anche nella seconda casetta, quando nella notte tra martedì e mercoledì delle gran ‘brave persone’ sono tornate a farci visita. Hanno distrutto e vandalizzato tutto ciò che non sono riusciti a portare via o era per loro di poca importanza. Hanno rubato il boiler dell’acqua facendo allagate tutto il magazzino. Nella sede hanno distrutto il portone con serratura blindata, spaccato i vetri delle finestre che hanno le grate, portato via attrezzi e molto altro materiale. Ma la cosa più grave è che hanno rubato le nostre divise».
Attenzione alle divise
Liana e i volontari sono «sfiniti, sfiancati, esasperati. Questo ennesimo vile atto non ci voleva, un’altra grande botta al nostro gruppo che era già in difficoltà dopo i furti precedenti. Se questo significa metterci alla prova ok, ci siamo, ma non è facile vedere questa distruzione dopo tutti i sacrifici fatti. La nostra più grande paura è che queste persone possano andare in giro con le nostre divise: per questo raccomandiamo a tutti i cittadini di non aprire la porta e non dare nulla a chi si presenta vestito da Protezione civile. Noi volontari dell’EcB siamo ormai conosciuti in città e abbiamo anche dei tesserini per farci riconoscere. Non fidatevi di nessun altro».
Fonte UMBRIAON
By Bologna Ignazio • Prot.Civile Generale 0